Il Natale nelle canzoni di Luca Carboni e Jovanotti, Enrico Ruggeri e i Pooh Cultura

Nella spazialità e nella temporalità la nascita di Gesù, adagiato dolcemente da Maria nella mangiatoia di una stalla, riportata dagli evangelisti Luca e Matteo, rappresenta la chiave di volta per scorgere nella luce di un immenso Mistero l’atteso Salvatore del Mondo.

Non solo la Buona Novella esalta il “dies natalis” del Signore, ma anche le canzoni pongono all’attenzione degli uomini di buona volontà l’autentico messaggio che giunge dalla città di Betlemme.

Per impedire che le luci della ribalta e la spasmodica ricerca del successo diventino le coordinate esistenziali, modelli incontrastati dell’utilitarismo e dell’edonismo, Luca Carboni e Jovanotti hanno inciso il testo “O è Natale tutti i giorni”. I noti cantautori invitano alla riflessione, affinché quell’evento memorabile, in cui si manifesta il Figlio di Dio, sotto le sembianze di un neonato possa far rinascere Gesù nel cuore degli uomini. Gli artisti impareggiabili del panorama musicale italiano così esprimono le contraddizioni del pianeta:

Il mondo

forse no, non è cambiato mai

e pace in terra

no, non c'é

e non ci sarà

perché noi non siamo uomini

di buona volontà.

Non so perché

questo lusso di cartone

se razzismo, guerra e fame

ancora uccidon le persone.”

Enrico Ruggeri nella canzone intitolata “il Natale dei ricordi”, polarizza l’interesse preminente sui, sui legami incrollabili della famiglia, fondati nella concordia che celebra la nascita del Principe della Pace. Uno spaccato della realtà vissuta che traspare in questi pertinenti versi:

Abbiamo avuto tempi in cui

quei rami di agrifoglio

vestivano quaderni e pensierini,

mentre l'albero già  spoglio

di cartone e cellophan

si colorava a festa

per attendere la visita del prete.

E poi le luci intermittenti.

come i nostri segreti sentimenti.

Ed eravamo tanti:

amici coi parenti,

vicini e conoscenti

che non ci sono più”.

I quattro moschettieri della canzone italiana, i Pooh, invece, hanno scritto il testo” E non serve che sia Natale”. Nella canzone si colgono le concezioni della società, le strategie perverse e i disegni sinistri, che annientano la dignità della persona evidenziati da pseudo valori, incapaci di andare al di là della coltre dell’indifferenza e della velleità di apparire. Gli autori del profondo testo scrivono:

Quanta polvere fa il mondo mentre va,

copre tutto e non ci fa vedere più,

le stagioni, i dubbi, i figli e le speranze,

e rincorriamo i sogni qua e là.

Che rumore che fa il mondo mentre va,

tra motori, guerre, soldi e gelosie,

confondiamo il giorno dopo

con l'eternità e l’allegria con la felicità” .

NICOLA MASTROCINQUE

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