Il relativismo e la vita contemporanea. Cultura

Il termine più “gettonato” in questi giorni è il “Relativismo” a cui ha fatto cenno il Papa Benedetto XVI, avendo constatato che la società contemporanea si sta allontanando dai veri valori a cui deve ispirarsi la persona umana, un vero credente. Si sta parlando e “sparlando” di questo termine e si sono coniate definizioni le più disparate e contraddittorie tra loro fino a deformarne il vero significato. L’uomo moderno è portato, purtroppo, a mettere sempre più se stesso al centro della realtà , ritenendo che le proprie idee siano giuste, e non è disposto a modificarle anche quando al confronto con le altre dovessero risultare non accettabili. Questa assurda posizione ci porta direttamente al nichilismo che mortifica la nota distintiva dell’uomo: la ragione e la sua ansia di ricerca. La constatazione del Papa mi fa ricordare la famosa espressione di Platone pronunciata nei confronti dei Sofisti definiti: “Venditori all’ingrosso e al minuto di scienza……, che lodano tutto quello che vendono…., parlano e scrivono per il proprio guadagno”. Infatti il Relativismo è quella dottrina che si fonda su ciò che non ha valore in sé, ma solo in rapporto a qualcosa o a qualcuno, per cui tutto si risolve in questo incontro, tra soggetto e oggetto, cosa che ci impedisce di andare al di là del nostro sentire, del nostro “Io”. Sia nel conoscere che nell’agire tutto si esaurisce in rapporto alle circostanze, alle condizioni particolari della persona, misconoscendo l’importanza dei valori universali,validi per tutti e in ogni momento. A ben considerare il termine, il Relativismo in sé non sarebbe da considerare assolutamente in senso negativo, sempre che al termine si attribuisce il giusto significato, se fosse inteso come posizione intermedia tra il dubbio e la certezza, come fase transitoria che , però, non deve fermare il processo di approfondimento; solo momento per riflettere, considerare e proseguire nella ricerca del vero. Il relativo acquista valore solo se riferito a ciò che è assoluto. Il Relativismo è deleterio quando arriva a ritenere la libertà una parola vuota, la verità variabile tra persona e persona e nella stessa persona anche se in momenti diversi. È deleterio quando ritiene la giustizia naturale fondata sull’egoismo umano e la confonde con la volontà del più forte, determinando, in questi casi, il crollo della scienza, della civiltà, della morale, della politica e della religione, quando nega, cioè, quei valori che devono essere il nostro supporto costante della nostra esistenza. Quando il vero, il bene, il giusto sono ridotti a opinioni, a illusioni si cade in uno sconcertante individualismo che mentre pretende di esaltare l’uomo lo annulla e lo distrugge, accrescendo in lui dubbi e incertezze. Il monito del Papa è stato quanto mai opportuno anche quando ha ammonito a “non far la religione da te e ritenerla un prodotto di consumo da cui trarre anche profitto”. I veri valori non possono essere barattati,non sono merce di scambio, ma punti di riferimento della nostra vita. Grave è il compito di tutti gli operatori sociali, specialmente quelli che sono a contatto diretto con i giovani.

Gaetano Coppola
dal n. 14-16/30 settembre 2005