Montezemolo fa il pieno Cultura

A Benevento per gli ottant’anni di Confindustria Montezemolo fa il pieno Presenze record al Seminario di politici, rappresentanti di Enti istituzionali ed Associazioni di ogni ordine È iniziato con la cerimonia del ‘taglio del nastro’ della nuova sede della Confindustria di Benevento il pomeriggio in terra sannita, lunedì 6, di Luca Cordero di Montezemolo: a riceverlo, il presidnete uscente, Costanzo Iannotti Pecci e la sua squadra d’imprenditori sanniti, con in testa il neo presidente Cosimo Rummo. Montezemolo era ospite in città anche per partecipare all’Assemblea Pubblica tenutasi presso l’auditorium del Seminario Arcivescovile per festeggiare gli ottant’anni dalla sua fondazione che risale al lontano 13 maggio 1926, presidente Vincenzo Alberti; al quale si sono poi succeduti Mario De Martini, Eduardo Minieri, Orazio Rummo, Mariano Russo, Giuseppe Ciapparelli, Luigi Gallucci, Vittorio De Nigris, Nicola Russo, Roberto Salerno, Antonio Izzo, Donato Callisto, per arrivare ad oggi con la consegna del testimone, dalle mani di Jannotti Pecci a quelle di Rummo. L’Assemblea prevedeva un ricco programma, che partiva dal saluto di indirizzo del Sindaco, Sandro D’Alessandro: “Le direttive della Comunità economica europea sono sin troppo chiare: ci deve essere un recupero delle Città leader, un recupero delle città capoluogo; insieme, dobbiamo tutti sedere ad un importante tavolo per decidere una, massimo due idee-forza che diano la possibilità alla Città capoluogo ed al sistema Sannio di recuperare ed impadronirsi di ciò che la Storia ci assegna: Benevento ed il Sannio al centro dell\'attenzione delle politiche del Meridione d\'Italia”. Del Presidente della Provincia, Carmine Nardone: “Una prima considerazione: il Mezzogiorno in realtà, in questi anni, ha vissuto un invecchiamento strutturale dovuto ad una fase nuova e tumultuosa, quella della innovazione: questa è la vera ragione. Oggi bisogna puntare su una Rete locale di ricerca, altrimenti è standardizzazione: significa annullare le differenze tra territori, tra imprese. Noi vogliamo la originalità. E per questa filiera delle originalità, serve una classe dirigente non auto-referente ma in grado di misurarsi con l\'innovazione”. E del presidente del Consiglio regionale, Sandra Lonardo Mastella: “È al sud, presidente montezemolo, che bisogna guardare. E alla impresa italiana chiediamo di ri-guardare, segnalandolo non come una zavorra bensì come una grande, grandissima opportunità. Il Sud significa anche mancanza di sicurezza e di legalità, significa lacci e lacciuoli burocratici infiniti, significa strutture ed infrastrutture fragili o inesistenti; il Sud deve significare, però, anche una grande scommessa: per voi e per noi. Una scommessa su cui puntare nonostante tutto”. Vi è stato poi l’intervento del presidente designato, Cosimo Rummo: “Sono orgoglioso di questa responsabilità, percepita in modo ancora più forte sia perché chi mi ha preceduto, il Presidente Jannotti Pecci, ha svolto un encomiabile lavoro, sia per la eredità storica di mio padre Antonio e di mio zio Orazio, tra i padri fondatori di Confindustria Benevento. Si tratta di una eredità impegnativa, ricca di valori etici, professionali, culturali, che racchiude in sé la storia della classe imprenditoriale sannita che si è distinta sempre per impegno, operosità e passione nella consapevolezza della propria responsabilità sociale”. Per passare poi alla relazione del Presidente uscente, Costanzo Jannotti Pecci: “Non bastano interventi di tipo congiunturale, occorre invece proseguire con maggiore determinazione sulla strada delle politiche di risanamento strutturale. E rilanciare il sistema economico significa, in primo luogo, anche ridurre quegli oneri impropri che gravano sulle imprese e sui lavoratori”. E ancora: “Vi sono altre questioni di fondamentale importanza per il nostro sistema , mi riferisco alla Legge Biagi, sulla quale il nostro giudizio è positivo; ai vari moduli della riforma del Welfare, finalmente avviata; al nuovo Diritto societario, strumento atteso per troppo tempo; alle risorse da destinare alla ricerca e all’innovazione che rappresentano poco più dell’1% del PIL, la metà delle quali, peraltro, investite direttamente dai privati; agli interventi di semplificazione amministrativa, di messa in rete del patrimonio infrastrutturale materiale ed immateriale, di rilancio degli investimenti in particolare di quelli a capitale straniero. Serve, in estrema sintesi, una politica coraggiosa, che sappia compiere fino in fondo tutte quelle scelte, anche impopolari, ma necessarie ed indispensabili per rilanciare il sistema Paese; una politica che abbia come presupposto imprescindibile e non ovviabile una forte eticità di comportamenti a tutti i livelli e per tutte le categorie”. È stata poi la volta dell’assessore regionale, Ennio Cascetta, in rappresentanza della Regione Campania: “Il sistema economico di questo paese pone il Mezzogiorno seriamente al centro di una politica industriale, una politica di sviluppo economico del nostro paese. L’augurio che faccio a me stesso e a tutti noi, qui da Benevento, è che il Sannio partecipi, insieme alla Campania, ad una nuova stagione di una nuova Questione meridionale: che sia meno predicata e più praticata”. E del Sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli, in rappresentanza del Governo. “Credo, Presidente, che il grande tema del Sud sia il tema della ‘attrattività’. Rendere il Sud più attrattivo significa assumersi responsabilità di tutti, perché per essere più attrattivi bisogna fare buone politiche di contesto territoriale -e quindi c\'è la responsabilità della classe dirigente territoriale; per essere attrattivi, bisogna fare buone politiche nazionali: chi incrocia politiche di contesto territoriale e politiche nazionali, riesce a determinare meccanismi di sviluppo duraturo, strategico, settoriale. C\'è, quindi, una responsabilità da parte di tutti”. L’Assemblea si è chiusa con l’intervento del presidente Nazionale di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: “Qui dobbiamo dirci con franchezza alcune cose: noi mettiamo tra le priorità delle priorità di questo Paese una maggiore concorrenza; vedete, concorrenza che in questo Paese vuol dire competizione, vuol dire generare risorse, vuol dire meritocrazia, vuol dire premiare i migliori: nella scuola, nell\'Università. Voi sapete che cosa vuol dire, soprattutto al Sud, una Pubblica amministrazione non efficiente, una Pubblica amministrazione in cui spesso, chi opera all\'interno di essa, non ha ‘la cultura del cliente’, come noi imprenditori, e pensa di essere lì più per rispondere al politico che l’ha messo in quel posto, che al cittadino-utente”. E ancora: “Non bisogna fare delle Facoltà universitarie, una politica di potere: meglio qualche Facoltà in meno e qualche Centro di eccellenza in più nel paese! Non ci piacciono le università condominiali: ci piacciono le Università collegate al territorio, con le esigenze dei distretti, con la crescita dell\'impresa, con delle facilitazioni fiscali per quanto riguarda le ricerche che le imprese danno all\'Università”. E ha concluso indicando alla platea la strada da seguire: “Il futuro del Sud passa per cinque fondamentali priorità, tra le quali, la n. 1 è la fiscalità di vantaggio. Io voglio dire: ma qual è il motivo per cui un imprenditore italiano, o straniero, oggi come oggi deve venire al Sud quando, in tanti paesi del mondo ed Europa, si mettono i tappeti rossi per andare ad investire nei loro paesi? Dobbiamo attrarre investimenti, e per attrarre investimenti dobbiamo essere competitivi: ecco l’importanza della fiscalità di vantaggio. Oggi, purtroppo, il nostro Paese non attrae più: non attrae investimenti -anzi, il saldo tra chi investe e chi va via è nettamente negativo; non attrae studenti, non attrae turisti, non attrae i professori. Ci sarà un motivo: è che, fare impresa in Italia, è molto difficile. E farlo al Sud, ogni tanto, è un vero atto di eroismo”.