Un esempio di incuria beneventana: il ponte delle Serretelle Cultura

Il Ponte delle Serretelle era in origine un ponte a tre arcate, a schiena d’asino, di costruzione romana o più probabilmente medievale, che scavalcavail torrente Serretelle, quasi alle spalle del centro commerciale Buonvento. Stefano Borgia, governatore di Benevento parla di questo ponte nel I volume del suo “Memorie istoriche della pontificia città di Benevento”, a pag. 68, nota 1, in cui dice che sul ponte passava l’Appia e che ai suoi tempi (1764) esso era diruto.

Almerico Meomartini contrasta questa ipotesi nell’opera “I monumenti e le opere d’arte di Benevento” del 1889 a p. 273, dove dice: “Voglio rilevare un errore di Borgia. Egli dice che la via (Appia) girava per la contrada Ciancella, giungeva al ponte della Serretella, che dice trovarsi diruto ai suoi tempi, e di là perveniva al ponte Leproso. Ora il ponte della Serretella, ancora esistente, ma restaurato, è situato troppo a valle del Ponte Corvo, allo sbocco nel Calore già riunito al Sabato, e la via avrebbe dovuto percorrere sulla sponda sinistra del torrente una curva oziosa per raggiungerlo, mentre da ponte Corvo a ponte Leproso il cammino tracciato da me è molto più breve”.

Meomartini osservaquindi che il ponte non era sul tragitto dell’Appia e che ai suoi tempi appariva restaurato. Ma chi l’aveva restaurato? Meomartini non lo dice.

All’Archivio di Stato di Benevento, nel Fondo Notai, il volume 14005 raccoglie gli atti rogati dal notar Bartolomeo Fiorenza, figlio di Girolamo, anch’egli notaio. Egli operò nella prima metà del XIX sec. e visse la memorabile stagione del decennio napoleonico (1806-1815), quando Benevento fu governata da Louis De Beer, per conto di Charles Maurice de Talleyrand.

Un atto del 16 marzo 1806 testimonia il cambiamento epocale, poiché reca la dicitura “regnante il principe Carlo Maurizio Talleirand Pericord” (Sic! Evidentemente il notaio ancora non era avvezzo alla grafia del nome straniero). Altra novità è che da questo momento i documenti recano impresso il bollo, del costo di 2 grana, con la dicitura Governo Provvisorio di Benevento o anche un altro bollo più caro, del costo di 4 grana, con la dicitura Principato di Benevento.

Il 21 agosto 1807, il notaio Fiorenza è chiamato a redigere un atto tra i signori Giuseppe Bonanno e Pasquale Capilonghi (ma altrove Capilongo) deputati dal Sig. Governatore (cioè De Beer) per la riedificazione del Ponte detto de La Serretella. Il progetto era stato disegnato dall’architetto Giovanni Torre (probabilmente un avo del deputato Carlo e del generale Federico di età risorgimentale e poi di Achille, maestro di ginnastica nel Liceo post-unitario).

I lavori furono affidati al capomastro muratore e perito Arcangelo Borriello, che riceve 50 ducati di caparra. I deputati fanno firmare un dettagliato preventivo di spesa sia a lui che a un altro capomastro, Giuseppe Petrucciani, entrambi obbligati a osservare scrupolosamente le note dell’appalto. Ecco chi restaurò il Ponte delle Serretelle: fu Louis De Beer. I lavori furono eseguiti, come testimonia Meomartini.

Poi, pian piano l’abbandono, l’incuria e il bel ponte, scenario naturale del “Dialogo della palude” di Marguerite Yourcenar, una bella performance teatrale, in una memorabile edizione di Città Spettacolo nel 1990, oggi è quasi scomparso, come si denuncia nel 2016 sul sito https://www.romanoimpero.com/2020/08/ponte-delle-serretelle-benevento.html

Se ne è costruito un altro di ponte, un brutto affare di cemento, poco funzionale e addirittura pericoloso. Da anni l’Amministrazione Comunale dice di voler rimediare allo scempio, costruendo un terzo ponte che permetta agli abitanti di una sponda di raggiungere la chiesa di Sant’Anna e Sant’Antonio sull’altro lato del torrente Corvo-Serretelle. Ma esattamente un anno fa (febbraio 2022) dopo il blocco della viabilità e il promesso avvio lavori, non se ne sa più nulla, tanto che la questione è stata oggetto di un’interrogazione del gruppo di opposizione in Consiglio Comunale.

Così dopo De Beer nessuno ha più avuto a cuore il Ponte delle Serretelle. Infatti, dopo il suo mandato, tutto tornò sotto la greve ala pontificia e i notai dovettero aggiungere a ogni atto di quel periodo francese la seguente postilla: “Le dizioni Governo Provvisorio Rappresentanza Nazionale di Benevento sono state riprovate dalla Suprema Segreteria di Stato (Vaticana) con editto del 25 maggio 1821”. Sic transit gloria mundi.

PAOLA CARUSO