Uno spazio ''museale'' per l'Arco Cultura

L’Arco, simbolo di un incancellabile ruolo storico e politico della Città, si erge, a cavallo della Via Traiana, maestoso ed elegante gigante della storia beneventana e conserva, “libro fra libri”, visualizzati racconti di imprese memorabili. Come in una rassegna di istantanee di pietra d’altri tempi, sono qui istoriati eventi e personaggi protagonisti di gloriose e drammatiche vicende”. È un passo del volume “BENEVENTO i monumenti… la storia” che il prof. Luigi Meccariello ha dedicato all’Arco di Traiano. Di recente, con una lettera a Realtà Sannita, annunciava l’idea di realizzare ″calchi″ dei pannelli dell’Arco a grandezza naturale, da esporre al pubblico in modo permanente in una sala appositamente allestita. L’abbiamo intervistato per capire i dettagli di questa iniziativa ′culturale′, consapevoli che per vederla realizzata occorre partire da una stretta sinergia tra i diversi Attori coinvolti: dalle istituzioni alle associazioni ai mass media.

Prof. Meccariello sono in tanti in Italia e all’estero a definire l’Arco di Traiano di Benevento “un monumento unico al mondo”.

Non diciamo nulla di nuovo. Almeno per quanti s’interessano di romanità. Questo monumento è così UNICO che nei secoli è stato studiato e riprodotto in modi diversi ed originali.

Sono infatti molti gli artisti che nei secoli scorsi hanno descritto in opere il nostro monumento. Citiamone alcuni.

I più noti sono l’architetto Giuliano da Sangallo e Sebastiano Serlio nel Rinascimento ed incisori come Jacques Gaultier, Carlo Vanvitelli, Giuseppe Piermarini, Giovan Battista Piranesi e Giovan Camillo Rossi. Ma altrettanto importanti sono i “viaggiatori per cultura”, che ne hanno descritto la bellezza e la rarità.

Alcuni di questi “viaggiatori” illustri, sono riportati nel volume di Aniello Gentile ”BENEVENTO NEI RICORDI DEI VIAGGIATORI ITALIANI E STRANIERI”, della Società Editrice Napoletana-1982: un nutrito elenco, che pubblichiamo a corredo del testo. Ma l’Arco di Benevento suscita grande interesse anche da parte di importanti istituzioni culturali.

Ci sono stati grandi personaggi che estremamente affascinati da questa maestosa opera, ne hanno fatto dei calchi a grandezza naturale, posizionandoli in bella vista in spazi a ciò riservati: è il caso straordinario dello storico Istituto Statale d’Arte di Porta Nuova di Firenze, che ha posizionato in bella mostra i pannelli dell’Arco beneventano nella sua Aula Magna.

Oltre a Firenze, quali altre città ospitano ″calchi″ del nostro Arco?

Roma possiede i calchi di tutto l’Arco di Benevento, fatti realizzare dal Fascismo per l’Esposizione Universale della Romanità. Oggi sono esposti nella Sala XII del Museo della Civiltà Romana all’EUR. Altri calchi sono stati realizzati da un’Università degli Stati Uniti e dall’Università di Bucarest in Romania.

A Benevento è in atto un progetto che tende a valorizzare il nostro monumento cittadino più importante.

Si sta ponendo lodevolmente mano ai lavori di rifacimento della pavimentazione dello spazio antistante al monumento, per una somma che supera il milione di euro. Penso sia il caso di prendere in seria considerazione l’ipotesi di creare uno spazio dedicato all’Arco, con calchi di nuova generazione, utilizzando speciali laser-scanner per immagini tridimensionali. Mi riferisco a rilievi già in parte effettuati nel 2003 dal prof. Marcello Balzani, docente responsabile del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara (centro DIAPR eM del laboratorio NubLab) su commissione della Soprintendenza archeologica.

Cosa si prevedeva di realizzare?

Furono prese in esame immagini tridimensionali. Allora fu effettuato il rilevamento delle sculture del fregio, che descrive il corteo del Trionfo dell’imperatore Traiano. Le circa 180 sculture della processione del trionfo, della grandezza di 70 cm circa, sono posizionate a 10 metri da terra e si snodano su una lunghezza di circa 45 metri. Il progetto era quello di realizzare un calco da esporre per quanti vogliono approfondire un esempio di corteo trionfale, unico al mondo.

Vi era in tal senso anche un progetto della Soprintendenza, da realizzare negli spazi del San Felice…

Un Museo della Città, con una sala interamente dedicata all’Arco: ma di questo si è purtroppo persa ogni traccia.

L’idea di realizzare oggi nuovi calchi, per una esposizione permanente a Benevento, è stata già condivisa da alcuni intellettuali beneventani.

Grazie al dott. Mario Pedicini si è avuta la disponibilità dell’imprenditore Ferdinando Marinelli, titolare della storica fonderia di Firenze, legato a Benevento da affetti familiari, a realizzare un ′calco in bronzo′ di un pannello dell’Arco, da donare al Museo del Sannio. Sarebbe, dunque, il caso di progettare il modo migliore perché anche Benevento abbia un suo Museo dell’Arco, fatto di moderni calchi, anche attraverso l’utilizzo di fondi regionali ed europei a ciò destinati.

Investire sulla cultura è da sempre un nostro grande limite: non solo della politica, ma anche degli imprenditori sanniti, poco propensi a rivestire il ruolo di mecenati.

Spero si riesca a creare un interesse diffuso, come si dice oggi “condivisione”. Per questa iniziativa c’è bisogno di una forte ed autorevole guida politica, che non debba e non può prescindere dall’impegno in prima persona del sindaco della Città, Clemente Mastella, il quale potrebbe lasciare anche in questa occasione un’impronta duratura del suo impegno per la cultura.

Senza un impegno ″collettivo″, anche la più bella idea ha un respiro corto…

È vero. Ed è per questo che sento il dovere di ringraziare quanti condividono tale iniziativa, come l’assessore alla Cultura prof. Antonella Tartaglia Polcini e l’avv. Attilio Cappa assessore al Turismo, con cui c’è sintonia di vedute. Ma un grazie di cuore anche a Rito Martignetti, tra i più attenti conoscitori della storia della Città, che con la pazienza del ricercatore scrupoloso è fonte di preziose notizie e all’attivissima e competente Nilla Liucci, segretaria degli “Amici del Museo del Sannio”, tessitrice delicata di rapporti umani.

Per chiudere: è ottimista sul buon esito dell’iniziativa?

Sì, se agiamo insieme con intelligenza. Altrimenti vorrà dire che abbiamo piantato il seme i cui frutti un giorno saranno colti da altri.

GIUSEPPE CHIUSOLO

BENEVENTO NEI RICORDI DEI VIAGGIATORI ITALIANI E STRANIERI”, un volume di Aniello Gentile, pubblicato dalla Società editrice napoletana nel 1982

Luigi Vanvitelli- Lettere 1751 1768 - “Primo architetto di Sua Maestà per la reale fabbrica di Caserta - Napoli 28 agosto 1753

Al fratello “ … dentro Benevento si vede un arco fatto a Traiano, il quale è oltremodo bellissimo, pieno di bassorilievi di ottima anzi eccellente scoltura. La barbarie dei tempi vi ha fatto fabbricare dentro questo arco superbissimo la porta della città, onde con i muri sono dimidiati gli bassorilievi interni dell’arco, che fa pietà vederli così maltrattati.”

Jean Claude Richard de Saint-Non - Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples e de Sicile,1781. Studioso di archeologia, di storia, di numismatica e di arti figurative, collezionista esperto di opere d’arte fu amico di Rousseau, Diderot, Voltaire. Religioso. Sacerdote, fu titolare della piccola abbazia di Poulliers.

Giungemmo a Benevento intorno a mezzogiorno e, benchè stanchi per il caos di una strada detestabile, all’arrivo volemmo visitare il famoso Arco di Traiano, uno dei monumenti meglio conservati e forse il più intero che si incontra in Italia... È verosimile che al di sopra di questo Arco ci dovette essere una statua equestre dell’Imperatore o una quadriga…”

Henry Swinburne - Travels in the two Sicilies,1783 - Gentiluomo inglese viaggiò in Italia con la moglie Martha Baker pubblicando le impressioni e i ricordi del soggiorno in Italia Meridionale

Si entra (in Benevento) attraverso l’Arco di Traiano, chiamato oggi Porta Aurea, che non fa bella mostra di sé tra case e mura in rovina. È una delle più monumentali vestigia della grandezza di Roma che si incontra lontano dall’Urbe. Di una particolare bellezza sono sia l’architettura che le sculture.”

C. C. Della Torre Di Rezzonico - Giornale del viaggio di Napoli negli anni 1789 e 1790

Viaggio a Benevento - Nato a Como, visse a Parma. E ’uno dei più creativi teorici del Neoclassicismo

“…dopo si andò all’arco di Traiano a me notissimo per le stampe. Egli è un monumento ben conservato, e scolpito di grandiosa maniera le figure maggiori ne’ campi sono mosse ed atteggiate con molta dignità; le minori nel fregio non sono sì belle e pajono d’altra mano…”

Domenico Bartolini

Di tutti gli archi di trionfo dell’antichità, questo di Benevento in onore a Trajano era il più nobile a giudizio degli intendenti; e per la ragion, che superava tutti gli altri nell’eccellenza, e bellezza del lavoro, come l’oro supera gli altri metalli…”

Louis-Eustache Audot - L’Italie, la Sicile, les Iles Eoliennes, l’Ile d’Elbe…Royaume de Naples, 18235 - Famoso editore e libraio raccolse in un viaggio in Italia oltre 3000 incisioni rappresentanti vedute e scene di costumi italiani.

E’ impossibile avvicinarsi (all’Arco di Traiano di Benevento) senza essere presi da una sorta di religioso rispetto, tanto solenne e sacro è nel suo complesso e tanto ricca e preziosa è la sua fattura.”

CH.J. Van Den Nest- Viaggiatore francese autore dei Souvenirs d’Italie - Naples et le Mont-Cassin, 1850

Il più importante monumento antico di questa città ( Benevento) è il magnifico Arco di Trionfo di Traiano che non è da meno dei più bei capolavori di Roma.”

Ferdinand Gregorovius - Storico tedesco dal multiforme ingegno, fu profondo conoscitore della storia d’Italia. Viaggiò molto raccogliendo tutto il suo bagaglio culturale nella pubblicazione Wanderjare in Italien-Vagabondaggio in Italia.

Quest’arco di Trionfo è considerato la cosa più perfetta conservatasi fino ai giorni nostri; spicca per la sua semplicità e le decorazioni e i fregi non offendono l’occhio.”

Kazimiera Alberti - Campania gran teatro,1955 - Poetessa e scrittrice polacca. Visse per 3 anni in Campania.

“…Il contenuto delle sculture della colonna Traiana di Roma è militarista. Sull’arco è anche pacifista. Per esempio qui è esaltata l’istituzione di benefici a favore degli orfani dei caduti in guerra, opera già iniziata da Nerva ma perfezionata dal figlio Traiano; le benemerenze verso il commercio, la fondazione delle colonie; la distribuzione di pane e denaro ai poveri… e sull’arco sono insieme dei, uomini ed animali. Tre mondi collegati tra loro. Gli dei senza gli uomini e gli animali diventerebbero inutili; gli uomini hanno bisogno degli uni e degli altri. Soltanto gli animali forse possono fare a meno degli altri due. Vi sono qui cani e cavalli, ed ancora tori e giovenchi condotti al sacrificio. Vediamo tutte le sfere sociali: imperatori, mercanti, senatori, littori con i fasci, veterani, popolo che, immutabile, in ogni epoca ha sempre bisogno di pane e denaro. Tutte le età umane: bimbi a cavalcioni di adulti, ragazzi adolescenti, fino ai vegliardi.”

Guido Piovene - Viaggio in Italia, 1957 Benevento - Giornalista e scrittore

Ho lasciato per ultimo il monumento più famoso, l’arco di traiano, forse il più bello e armonioso degli archi romani esistenti, più bello di quelli di Roma. Ed è anche un arco stranamente moderno, poichè si vede nei bassorilievi Traiano dedito ad opere sociali ed assistenziali.”